🔴 “La legge non è uguale per tutti”: caos Napoli, protesta dopo la Lazio

Napoli-Lazio ha messo in luce una situazione molto complicata, che soltanto nelle ultime ore evidentemente è salita alla ribalta e sta generando commenti e rimostranze.

Il Settore Ospiti dello ‘Stadio Diego Armando Maradona’ in occasione di Napoli-Lazio ha contato centinaia e centinaia di tifosi biancocelesti sugli spalti. La loro presenza si è avvertita per i 90′ di durata del match ed è stata anche fatta di eccessi e gesti che attendono una punizione. Non soltanto gli ormai deplorevoli ma consueti cori di discriminazione territoriali nei riguardi dei napoletani, ma anche lancio di petardi e fumogeni, persino sulla pista d’atletica adiacente al terreno di gioco. Il tutto corredato da vessilli e bandiere che manifestavano il tifo di appartenenza.

De Laurentiis serio
Problemi per il Napoli di De Laurentiis: scatta la protesta contro la Lazio (LaPresse)
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Queste scene, nemmeno quelle di esternazione serena e giusta della passione verso la propria squadra, hanno trovato un corrispettivo da parte dei tifosi del Napoli. L’impianto di Fuorigrotta, come spesso accaduto nell’intero corso dell’attuale stagione sportiva, era pieno quasi in ogni ordine di posto. Dalle Tribune alle Curve passando per i Distinti, eppure soltanto al termine del match si è sentita la voce dei tifosi, a difesa della loro squadra del cuore nonostante la prima sconfitta casalinga dell’anno.

Perché? Cos’è accaduto al tifo napoletano, lodato e ammirato dovunque? Non è finito l’amore, tutt’altro. Il silenzio è stata l’ultima ma anche la più rumorosa forma di protesta nei confronti del regolamento d’uso dell’impianto di Napoli.

Bandiere che sventolano allo stadio
Proteste dopo Napoli-Lazio per il regolamento d’uso (LaPresse)
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Napoli in silenzio sugli spalti, ma perché? C’è una legge in vigore

Come ricordato dal giornalista Ciro Troise attraverso il proprio canale Facebook, dal 2019 è in vigore un sistema di norme che impedisce ai tifosi del Napoli, colpendo nello specifico a coloro che formano parte di gruppi organizzati, di entrare all’interno dello stadio con bandiere e striscioni. Una limitazione che impatta negativamente sullo spettacolo che si può offrire sugli spalti.

Il collega scrive: “Nella repubblica di Piazzale Tecchio e dintorni la legge non è uguale per tutti, esiste una per i tifosi della squadra locale, un’altra per quella ospite ma non è una novità: funziona così almeno dal 2019, quando in pochi criticavamo l’applicazione del regolamento d’uso. Chi si meraviglia ha vissuto su Marte negli ultimi quattro anni”. Una disparità di considerazione e trattamento divenuta intollerabile, che ha riscontrato l’ennesima protesta in attesa di un cambiamento prima che termini la stagione e finisca senza i festeggiamenti e l’amore che la squadra di Spalletti merita di scambiarsi col proprio pubblico.

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